Le prime invenzioni
- categorie Blog
John Napier (1550-1617)
Inventa un dispositivo di calcolo automatico molto semplice noto come bastoncini di Nepero o anche ossi di Napier. Non era un matematico di professione, ma ha lavorato a lungo sui logaritmi fino a pubblicare, nel 1614, Mirifici logarithmorum canonis descriptio (Descrizione della regola meravigliosa dei logaritmi). All’interno di quest’opera indica come sia possibile utilizzare funzioni inverse di funzioni esponenziali per facilitare il calcolo che richiede moltiplicazioni. Per lui era particolarmente importante costruire qualcosa che consentisse di svolgere calcoli con grande velocità; ideò, quindi, i bastoncini di Nepero che consentivano di svolgere le moltiplicazioni in modo molto semplice.
Blaise Pascal (1623-1662)
Fu un bambino prodigio ed iniziò a lavorare con le scienze naturali ed applicate, celebri sono i suoi studi dei fluidi: ha chiarito i concetti di pressione e di vuoto. Non tutti sanno, però, che all’età di diciotto anni costruì circa cinquanta esemplari di calcolatore meccanico (conosciuto come Pascalina) in grado di eseguire addizioni e sottrazioni. L’invenzione della Pascalina risale al 1642 e consentiva di effettuare addizioni e sottrazioni tra numeri di massimo dodici cifre operando automaticamente i riporti. Questo calcolatore fu minuziosamente descritto nell’Encyclopédie (di Diderot e d’Alambert) la prima enciclopedia mai scritta. La Pascalina era realizzata da una base in legno e una scocca in metallo al cui interno erano posizionati svariati meccanismi. I primi esemplari erano operatori contabili ed operavano quindi non su base decimale ma su base monetaria, la Lire. Nella parte superiore della Pascalina erano posizionate diverse rotelle azionabili con uno stilo, queste erano collegate a meccanismi interni utili alla realizzazione del calcolo. In corrispondenza di ogni rotella, sulla parte superiore, c’era una piccola apertura con all’interno un disco numerato che consentiva di visualizzare il risultato ottenuto.
Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716)
E’ considerato il precursore dell’informatica ed inventò una calcolatrice meccanica detta Macchina di Leibniz (in inglese Stepped Reckoner). Fu la prima calcolatrice meccanica della storia in grado di eseguire tutte le quattro operazioni aritmetiche. Fu ideata intorno al 1672 ma il progetto fu ultimato solamente nel 1694, è abbastanza evidente l’influenza che la Pascalina ebbe sul progetto di Leibniz ma il suo fu assolutamente innovativo sia dal punto di vista concettuale che tecnico. Di questa macchina, che ebbe problemi meccanici nel processo di riporto, ne furono costruiti solamente due esemplari diventando un punto di riferimento per chi ambiva a costruire calcolatrici.
Joseph Marie Jacquard (1752-1834)
Inventore del primo sistema programmabile “Jacquard loom mechanism” tra il 1804-1805 un meccanismo che, in realtà, aveva poco a che fare con l’informatica: era un telaio per la realizzazione automatizzata di tessuti. Tuttavia, ne parliamo in questo contesto dacché Jacquard ideò l’utilizzo delle schede perforate che, nel suo telaio, avevano il compito di comandare la tessitura di disegni e trame.
Charles Xavier Thomas de Colmar (1785-1870)
Progetta e brevetta “Arithmometer” nel 1820. Si tratta del primo calcolatore meccanico di successo, in grado di eseguire la somma, la sottrazione e la moltiplicazione. Fu la prima calcolatrice ad essere commercializzata con grande successo: più di 1500 esemplari in trent’anni. Era in grado di eseguire le quattro operazioni con risultati fino a dodici cifre, l’unica cosa che non poteva eseguire erano i calcoli in successione.
Charles Babbage (1791-1871)
Matematico e filosofo britannico, presentò la sua Macchina Differenziale nel 1823 alla Royal Astronomical Society. Il suo scopo era quello di creare tabelle di polinomi utilizzando un metodo numerico chiamato il “metodo delle differenze”. La costruzione di questa macchina iniziò ma non fu portata a termine a causa degli attriti interni e degli ingranaggi disponibili all’epoca. Babbage ritentò la fortuna tra il 1833 e il 1842, questa volta però cercò di costruire una macchina che fosse programmabile per eseguire ogni genere di calcolo. Questa macchina fu chiamata Macchina Analitica ed il suo progetto era basato sull’invenzione delle schede perforate di Jacquard.
Ada Lovelace (1815-1852)
Conosciuta come la prima programmatrice di computer al mondo e per aver lavorato sulla macchina di Babbage, di lei abbiamo parlato nell’articolo “La tecnologia è donna”. Utilizzando la macchina di Babbage scrisse un algoritmo per generare i numeri di Bernoulli, questo è considerato il primo algoritmo adatto ad essere elaborato da una macchina.
George Boole (1815-1864)
Matematico e logico britannico inventore dell’algebra Booleana alla base dell’aritmetica dei moderni calcolatori, per questo motivo viene incluso in questo elenco di “inventori informatici”. La sua opera principale è stata “An Investigation of the Laws of Thought” del 1854 il suo scopo era quello di studiare le leggi delle operazioni mentali per esprimerle poi in un linguaggio simbolico del calcolo. Nell’algebra di Boole le variabili possono assumere solamente due valori: vero o falso i quali in informatica sono riportati come 1 e 0. Questa teoria è alla base dello studio dei circuiti elettronici, della commutazione ed ha costituito un passo fondamentale nella realizzazione dei moderni computer.
Christopher Latham Sholes (1819-1890)
Inventore statunitense nel 1873 progettò la tastiera QWERTY. La sua idea rivoluzionaria era quella di riposizionare i pulsanti delle macchine da scrivere i quali erano, infatti, posizionati in ordine alfabetico. Sholes inventò un nuovo posizionamento dei tasti in modo da evitare i numerosi inceppamenti poiché le macchine non erano così veloci da seguire la rapidità di scrittura offerta dall’ordine alfabetico. Il nome di questa tastiera deriva dalla sequenza delle lettere dei primi sei tasti della riga superiore. Il concetto di fondo di questa tastiera è che le coppie di lettere maggiormente utilizzate siano separate, questo evitava che nelle macchine da scrivere i martelletti si incastrassero tra loro. Questo schema tenta anche di dividere i tasti tra le due mani in modo tale che mentre una mano si posiziona l’altra possa premere i tasti.
William Stanley Jevons (1835-1882)
Costruì una macchina logica, la Logic Piano, che era un incrocio tra un pianoforte e un abaco e grazie al quale si potevano elaborare operazioni. Fu costruito nel 1866 ed era basato sul principio delle tabelle di verità. È stato progettato per mostrare tutte le possibili combinazioni di un insieme di termini logici con i loro negativi. All’interno dell’abaco le combinazioni sono incise ciascuna su un pezzo di legno, il quale viene mosso da una chiave.
Theophil Willgodt Odhner (1845-1903)
Fu un ingegnere e imprenditore svedese, inventore dell’Odhner Arithmometer, una macchina per il calcolo meccanico inventata nel 1890. Prima del 1905, quando la fabbrica fu costretta a chiudere, vennero costruite 23000 calcolatrici. Come suggerisce il nome, prese spunto dall’aritmometro di de Colmar andando a sostituirne il pesante cilindro di Leibniz con una versione più piccola e leggera.
Herman Hollerith (1860-1929)
Fu un ingegnere statunitense e primo fondatore della IBM seppure con un nome diverso. Nel 1890 inventò un sistema meccanico basato su schede perforate, partendo dall’idea di Babbage, per la catalogazione di milioni di dati; le schede, infatti, non specificavano il programma da seguire ma gli input e gli output. Ogni scheda rappresentava delle risposte usando un particolare codice (chiamato appunto “codice Hollerith”); la macchina era collegata ad un circuito elettrico, che veniva acceso o spento a seconda della presenza o meno dei buchi nelle schede.
Léon Bollée (1870-1913)
Produttore francese di automobili ed inventore di tre “macchine” da calcolo nel 1887: Moltiplicatore Diretto, Tavolo da calcolo e Aritmografo. Il suo moltiplicatore fu il secondo di successo per la moltiplicazione diretta e vinse la medaglia d’oro all’esposizione di Parigi del 1889. Sviluppò tre versioni del moltiplicatore grande ed altre versioni più piccole.
Thomas J. Watson (1874-1956)
Fu il presidente che portò la IBM a diventare una potenza economica internazionale. Arrivò alla CTR (Computing Tabulating Recording) nel 1914 quando l’azienda aveva già 1300 dipendenti. Nel 1924 cambiò il nome all’azienda trasformandola in IBM portandola ad essere un’azienda con 72500 dipendenti nel 1952. Nel 1946 fornì il terreno e il finanziamento per il Triple Cities College oggi conosciuta come Binghamton University di cui la scuola di ingegneria porta il nome del fondatore.
Quanto è stato utile questo post?
Fai clic su una stella per votarla!
Voto medio / 5. Conteggio voti: