Povertà Educativa Digitale e Cybersecurity
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L’educazione digitale è un passo cruciale che il sistema scolastico italiano deve compiere così come il PNRR rappresenta un’occasione davvero unica per recuperare il divario che abbiamo verso gli altri paesi in tema di sicurezza e competenze.
Povertà Educativa Digitale
Tra le molte cose portate alla luce dalla pandemia c’è certamente la disuguaglianza di accesso al mondo digitale da parte di molti bambini e bambine. L’aspetto più evidente e di maggiore impatto è stato certamente la mancanza di tablet, computer e connessione; ciò ha reso difficile a molti studenti la didattica a distanza avendo quindi ripercussioni sull’apprendimento, il rendimento scolastico e la socialità.
La mancanza di dispositivi e connessione è solamente la punta dell’iceberg su temi per i quali le riflessioni sono ancora molto superficiali e che coinvolge la mancata padronanza degli strumenti tecnologici da parte dei ragazzi. Queste mancanze non sono certo frutto della pandemia, questo avvenimento mondiale ha solamente portato a galla le mancanze che già esistevano. L’Italia è uno dei pochi paesi in Europa a non essersi ancora dotato di un sistema di valutazione delle competenze digitali.
Save the Children con l’Università Cattolica di Milano e l’Università di Pisa hanno condotto una ricerca su 772 studenti che ha rilevato gravi lacune nelle competenze tecniche ma anche quelle legate all’esercizio della cittadinanza.
Risulta quindi evidente che per i ragazzi esistono difficoltà non solamente nell’utilizzare strumenti tecnologici ma anche nel creare una propria identità digitale, ed in particolare nel saper riconoscere i limiti di spazio pubblico e privato, essere consapevoli delle conseguenze delle proprie azioni in rete ed utilizzare consapevolmente il pensiero critico. Le considerazioni fin qui fatte sono ancora più preoccupanti se si considera che queste lacune molto spesso sono correlate a condizioni di svantaggio economico e culturale. Il divario digitale non fa altro, quindi, che allargare sempre di più l’ambito delle differenze educative in diversi contesti culturali e sociali.
Dovremmo poter sfruttare il digitale come ambiente di crescita e lotta alla disuguaglianza, il tutto rivolto a costruire una società più equa.
Cybersecurity
Di pari passo alle scarse competenze digitali dei ragazzi, l’Italia è indietro rispetto agli altri paese anche per quanto riguarda l’adozione di tecnologie avanzate, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza online. Esattamente come nel caso dell’Educazione Digitale anche per la cybersecurity il PNRR è un punto di svolta perché rilancia la competitività e la produttività del paese.
Le direzioni verso le quali bisognerà lavorare saranno prevalentemente la connettività e la formazione ad ogni livello in ambito digitale. Formazione costante e sviluppo delle competenze digitali non devono essere esclusive dell’ambito scolastico e nemmeno delle persone con un titolo di laurea ma accessibili a chiunque e per qualsiasi posizione lavorativa.
Il mondo cibernetico e quello spaziale sono le sfide di oggi e del futuro, non a caso è stata recentemente sviluppata un’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale con lo scopo di rendere più fluida la comunicazione tra i diversi enti pubblici.
In tutti gli ambiti ormai il tema della cybersecurity è sempre più attuale ed importante è, quindi, necessario instillare un buona pratica negli studenti sin da piccoli così che siano preparati adeguatamente.
Conclusioni
Il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza ha indicato tra i punti fondamentali la transizione digitale ma è chiaro che questo sarà possibile solo attraverso lo sviluppo delle competenze di una cittadinanza digitale. Tutto questo porterà, inevitabilmente, all’adozione anche di nuove pratiche basate sulla sicurezza informatica.
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