La storia della tastiera QWERTY
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Questo tipo di tastiera rappresenta il più comune schema utilizzato nella maggior parte delle tastiere alfanumeriche per computer e macchine per scrivere, a questi oggi si possono aggiungere anche telefonini e tablet. Il nome deriva dai primi sei tasti, a partire da sinistra, della prima riga e fu brevettata nel 1864 da Christopher Latham Sholes.
Come si spiega la disposizione dei tasti della tastiera QWERTY?
Tutto inizia nel periodo in cui si utilizzavano ancora le macchine da scrivere, si era cercato di disporre i tasti maggiormente utilizzati lontani tra loro in modo che i martelletti non si toccassero e incastrassero. Si pensa che lo scherma QWERTY sia un residuo della vecchia disposizione dei tasti, con la nuova infatti si è anche cercato di dividere i tasti tra le due mani in modo tale che mentre una mano preme i tasti l’altra abbia il tempo di riposizionarsi correttamente. Questo consentì anche di velocizzare i tempi di scrittura sia sulle macchine da scrivere che sulle macchine per dattilografi – seppur in questo caso con piccole modifiche.
I tasti che corrispondono alla F e alla J hanno, nella parte bassa, un piccolo trattino che ha la funzione di riferimento per poter scrivere senza dover guardare la tastiera.
La tastiera italiana non è riuscita a adattarsi completamente alla lingua, mancano per esempio le vocali maiuscole accentate e non è definito nemmeno un metodo standard per inserirle.
Per lingue diverse dall’inglese sono stati introdotti piccoli cambiamenti, ad esempio in Germania vengono scambiate tra loro le lettere Z e Y perché in tedesco la Z ha un utilizzo molto più diffuso della Y. In Italia invece si è mantenuto lo scherma classico della tastiera QWERTY.
Chi fu l’inventore della tastiera QWERTY?
Questo tipo di tastiera fu inventata da Christopher Latham Sholes, uno dei padri della macchina da scrivere. Intorno al 1860 cominciò a lavorare a una macchina che gli permettesse di numerare facilmente oggetti in serie, come le pagine di un libro oppure biglietti e coupon. Questa macchina, almeno della sua idea, era il prototipo della futura macchina da scrivere che fu brevettata per la prima volta nel 1868. La prima macchina da scrivere assomigliava ad una pianola e assomigliava molto alla telescrivente utilizzata dai telegrafisti e come in quel caso, anche nella macchina di Sholes, le lettere erano disposte in ordine alfabetico.
L’ordine alfabetico si rivelò non funzionale, e bisognava inoltre considerare le ambiguità del codice. In alcuni casi il telegrafista doveva aspettare la lettera successiva di una parola per essere sicuro di trascrivere quella giusta.
Dal modello successivo, la Remington no. 2 (1978) dotata dello shift per maiuscole e minuscole, il mercato puntava già agli stenografi e vennero subito organizzate delle scuole di dattilografia che usavano quella particolare tastiera. La Qwerty era ed è rimasta funzionale, se le alternative non si affermano è perché a oggi non hanno dimostrato di essere abbastanza vantaggiose da convincerci ad abbandonarla. Un famoso concorrente sarebbe, per esempio, la tastiera Dvorak, brevettata nel 1937.
Conclusioni
Quali che siano i motivi che hanno portato alla realizzazione della tastiera QWERTY ciò che è innegabile è il fatto che è tutt’oggi uno strumento fondamentale e veloce per poter scrivere.
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