Il making come approccio didattico
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Non è sempre scontato che l’arte del fabbricare possa rientrare all’interno della didattica, può essere approcciata non solo agli Istituti Tecnici ma anche alla Scuola Primaria dove diventa stimolo per il Pensiero Critico, per lo sviluppo della capacità di progettazione e capacità di problem-solving.
Il making è, in realtà, un vero e proprio movimento culturale che è nato e si è sviluppato negli USA diventando, di fatto, l’evoluzione del bricolage. Con il making si fanno convergere i saperi, le conoscenze e le idee, in questo modo i cosiddetti makers realizzano dei prodotti – che possono essere oggetti, strumenti o materiali – innovativi in grado di rispondere a diverse esigenze.
Perché il making facilita l’apprendimento?
L’approccio coadiuvato dal making promuove l’utilizzo attivo delle nuove tecnologie accompagnando, in questo modo, gli studenti verso un nuovo approccio alla didattica. Spinge i ragazzi a lavorare in gruppo andando a sfruttare un approccio sperimentale alla didattica sviluppando competenze traversali. La creatività viene stimolata a 360° dalla fase di progettazione digitale fino al vero e proprio making del progetto. Il problem solving diventa parte integrante di ogni sperimentazione andando a correggere errori e inesattezze che non consentono al progetto di funzionare esattamente come dovrebbe. Tutto questo rientra perfettamente in quell’approccio più ampiamente diffuso e conosciuto come learning-by-doing.
Quali capacità vengono sviluppate nell’alunno grazie al making?
Le competenze coinvolte nell’approccio makers alla didattica sono molte, la maggior parte di queste sono volte a sviluppare determinate qualità nel maker come per esempio immaginare, progettare e poi realizzare. Alcune delle caratteristiche principali che si sviluppano nei makers sono:
- Curiosità
- Inventiva
- Autonomia di pensiero
- Automotivazione
- Determinazione
- Perseveranza
- Fiducia nelle proprie capacità
- Accettazione del rischio
- Accettazione delle sfide
Il making è un approccio stimolante anche per coloro che non hanno uno spirito “artigianale” o che non sono particolarmente tecnologici. All’interno di questo metodo ci sono diversi stimoli per la crescita e la trasformazione personale di tutti.
Gli studenti approcciando questo metodo rendono, di fatto, operativa l’officina interiore andando a ridefinire continuamente la propria identità e si forgia il futuro professionale, già dalla scuola dell’infanzia.
Diventando makers si lasciano emergere nuove “configurazioni” della propria personalità rispetto al contesto andando a valorizzare le proprie capacità, attitudini, competenze e talento.
I makers sono, di fatto, i nuovi creativi del 21° secolo che sostengono quella che ormai viene definita come “nuova rivoluzione industriale” ed ha a che vedere con la modellazione 3D, programmazione etc…
In conclusione
Il making è l’approccio alla nuova società e al nuovo modo di vedere il lavoro, un approccio e un metodo che consentono ai ragazzi di sviluppare innumerevoli qualità non solo pratico-tecnologiche ma anche personali. Come la maggior parte dei metodi didattici del 21° secolo anche il making è traversale e multidisciplinare andando ad unire, in un unico metodo più discipline.
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