Plug and play tradotto letteralmente significa “collega e usa” e viene spesso utilizzato in diversi contesti ad indicare la facilità di utilizzo di una particolare tecnologia. Volendone parafrasare il significato sta ad indicare un sistema estremamente facile da utilizzare, talmente facile che basta collegarlo alla presa di corrente per farlo funzionare senza dover fare altre procedure.
Questa tecnologia esiste, in realtà, da oltre trent’anni: fu inventata nel 1986 da Amiga ed era chiamata AutoConfig; a causa di un bug però non fu mai realmente utilizzabile fino al 1988 e venne poi adottata dai computer Macintosh di Apple e poi su personal computer IBM.
Per arrivare al termine “plug and play” si deve attendere il 1993 quando fu utilizzata da Windows, Intel e Compaq.
L’utilizzo più comunque di questo termine è connesso alle periferiche esterne dei computer che possono essere utilizzate semplicemente collegandole al computer stesso, ad esempio: mouse, stampanti, monitor, memorie esterne.
Questa tecnologia ha permesso di facilitare l’installazione delle periferiche rendendo automatico, per esempio, il caricamento dei driver andando così a semplificare l’interazione tra utente ed hardware. In questo modo gli utilizzatori finali non devono avere necessariamente rudimenti di informatica per poter utilizzare determinati strumenti. Il BIOS (il primo programma eseguito appena dopo l’accensione del computer) prima e il sistema operativo poi si occupano di verificare la scelta del driver più corretto per la periferica in uso.
E tu, quali sistemi plug&play utilizzi?