Un touchscreen è un particolare dispositivo che nasce dall’unione di uno schermo con un digitalizzatore in modo da consentire agli utenti di interagire con un’interfaccia grafica usando le dita od oggetti appositi.
Questo tipo di dispositivi sono sia di input – in grado di ricevere dati in ingresso – che di output – in grado di restituire dati in uscita.
Volendo tradurre il termine in italiano si ottiene “schermo tattile” o “schermo sensibile al tocco”.
La nascita dei touchescreen, contrariamente a quanto si possa pensare, risale al 1965 quando Eric Johnson parlò del suo lavoro sui touchscreen capacitivi in un breve articolo.
Il primo computer con display al plasma con funzionalità touch fu Plato IV realizzato nel 1972 mentre il primo smartphone risale al 1992 ed era un prodotto IBM.
Il touchscreen riesce a sostituire le funzioni del mouse e della tastiera che consente, soprattutto ai dispositivi mobili e compatti, di risparmiare spazio potendosi permettere uno schermo più ampio per un’interattività diretta tra utente e dispositivo.
Le tecnologie che stanno alle spalle dei dispositivi touch possono essere le più diverse:
- sensore magnetico: l’interazione tra penna e tablet avviene sfruttando l’influenza dei campi magnetici
- ad infrarossi: è la tecnologia largamente utilizzata dai primi touchscreen, i raggi infrarossi vengono proiettati secondo una disposizione a griglia appena sopra la superficie dello schermo; quando l’utente appoggia il dito allo schermo vengono interrotti alcuni fasci, sia orizzontali che verticali, andando così ad individuare delle coordinate esatte del punto in cui lo schermo è stato toccato
- a schermo resistivo: lo schermo è composto da due strati di materiale conduttivo che, quando rileva la pressione di un oggetto sullo schermo, entrano in contatto tra loro consentendo al dispositivo di individuare la posizione dell’oggetto
- a schermo capacitivo: questa tecnologia sfrutta la variazione di capacità – come nei condensatori – sul vetro del dispositivo ricoperto per questo scopo da un sottile strato di ossido metallico sullo strato esterno; ai quattro angoli dello schermo viene applicata una tensione, quando il dito viene appoggiato allo schermo la capacità superficiale varia, questa variazione viene letta da una matrice di condensatori che identificano il punto esatto del tocco
Oggi esistono anche dispositivi definiti “multi-touch” o “multi-tocco“, nati nel 1982 e capaci di riconoscere la presenza di più dita o oggetti presenti contemporaneamente sullo schermo.
Questi schermi utilizzano in genere tecnologie capacitive o resistive e devono essere accompagnate da un applicativo in grado d’interpretare i segnali derivati dallo schermo.
E tu, quanti tipi di touchscreen usi di solito?