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Fare Educazione Musicale con la tecnologia

L’Educazione Musicale ha sempre fatto parte dei percorsi di studio cosiddetti “classici” o “tradizionali”, di una didattica basata prevalentemente sulle lezioni frontali ed in presenza. Ma giunti ormai alle soglie del 2022 con una didattica che si fa sempre più tecnologica ed evoluta, come possiamo integrare la tecnologia all’interno delle lezioni di musica? Esistono strumenti che consentono di fare ciò: di creare e studiare musica bypassando l’utilizzo di carta e penna ma soprattutto lo consentono anche a distanza.

La tecnologia è così nuova nel mondo della musica?

Per poter scoprire se la tecnologia è davvero un’innovazione nel campo musicale dobbiamo osservare la musica elettronica, ambito all’interno del quale il suono viene prodotto in modo sintetico oppure rielaborando sorgenti musicali. In quest’ambito la tecnologia è fondamentale per elaborare e integrare i classici strumenti musicali, tutto ciò ha fatto in modo che nel tempo la musica elettronica diventasse un vero e proprio genere musicale.

Dobbiamo risalire a più di venti anni fa per ritrovare l’inizio dell’utilizzo di strumentazioni informatiche per lo studio della musica. Nel 1992 lo psicologo Higgins ha studiato l’evoluzione del computer all’interno dell’educazione musicale arrivando ad affermare che non vi sia stato un consenso univoco nello sviluppo di questo “metodo innovativo”.

L’Italia, purtroppo, non è mai stata particolarmente propensa agli investimenti ed allo sviluppo del settore tecnologico nell’educazione. Ciò è ancora reale oggi quando il nostro paese è tra gli ultimi per livello di digitalizzazione e sicuramente l’educazione musicale non è mai stata al centro delle priorità ministeriali. Tuttavia, nel 1999 il Progetto speciale musica – un’iniziativa del Ministero – aveva l’obiettivo di costruire laboratori musicali per la scuola. Questi dovevano avere supporti multimediali e diventare un punto di riferimento per nuovi progetti ed esperienze didattiche musicali.

Purtroppo, negli ultimi anni Novanta, il Ministero italiano non ha dato granché supporto alla formazione musicale, soprattutto a livello di investimento statale. Si è rischiato infatti che la musica diventasse una materia unicamente opzionale, destinata quasi a scomparire dalle scuole o essere coltivata come disciplina da pochi appassionati.

Il ruolo della tecnologia

Il computer è sicuramente uno strumento versatile che, se correttamente sfruttato, può davvero diventare centrale nell’educazione musicale e nella composizione, nell’ascolto ed esecuzione. Il computer è quindi un supporto che consente di gestire, manipolare ed elaborare particolari oggetti e materiali, dando forma alle idee, anche quelle che sarebbero difficilmente realizzabili con gli strumenti tradizionali.

Per poter proseguire nella scoperta di come la tecnologia può essere integrata nello studio della musica è necessario fare una considerazione: nel corso del Novecento entra in scena un ruolo ben definito, il Compositore. Questo è una persona che non sa necessariamente suonare uno strumento ma che compone tra loro i suoni in modo tale da realizzare una musica. Ed è in questo processo che entra in gioco il computer: consente di distinguere “capacità esecutive” da “capacità compositive”.

Molti programmi per computer consentono di visualizzare il suono in modo dinamico, cosa che non riescono fare così bene strumenti di registrazione analogici e su nastro. Esistono poi computer in grado di utilizzare linguaggi di programmazione che consentono ai ragazzi di realizzare musica, citiamo per esempio Sonic PI grazie al quale si può realizzare musica sintetica in tempo reale. Grazie a questi linguaggi si va quindi ad unire il coding con la musica, in perfetto stile STEAM.

Scrivere musica senza più bisogno di carta e penna

La capacità di scrivere è uno dei segni distintivi dell’uomo grazie al quale ci è possibile venire a conoscenza di fatti accaduti anche centinaia di anni fa. Esattamente come per qualsiasi altra materia anche la musica ha sviluppato un proprio metodo di scrittura che, nel caso specifico, si chiama sistema notazionale.

Il sistema di scrittura della musica si basa su cinque linee orizzontali, dette pentagramma, su cui si vanno a posizionare nei simboli corrispondenti alle diverse note. Ogni musicista ha il proprio spartito, un insieme di pentagrammi su cui è scritta l’intera opera da riprodurre in musica. Grazie alla moderna tecnologia possiamo, ad esempio, utilizzare un pentagramma presente sul monitor interattivo touch e scrivere le diverse note in modo che siano visibili da tutta la classe. Con questi strumenti lo spartito che abbiamo realizzato può essere poi inviato in formato digitale direttamente ai ragazzi. Questo ci consentirà di risparmiare tempo, carta e salvare tutto il lavoro fatto senza che la lavagna finisca costringendoci a cancellare tutto quanto svolto fino a quel momento.

Conclusioni

La tecnologia non è quindi uno strumento distante anni luce dalla musica, dalla sua produzione ed esecuzione ma può essere un ottimo coadiuvante all’apprendimento, soprattutto oggi dove tutto è condiviso, dove tutto è digitale e liberamente fruibile ad ogni ora del giorno. Chissà, magari proprio tra le nuove generazioni si nasconde un Beethoven 4.0