Spesso, soprattutto quando parliamo di studenti della scuola dell’infanzia o dei primi anni della primaria, sentiamo il termine “coding unplugged”. Questo sta ad indicare tutte quelle attività che usano strumenti che non sono digitali per introdurre concetti che sono, in realtà, strettamente connessi con l’informatica e le sue logiche.
Per fare coding unplugged quasi sempre basta un foglio di carta a quadretti, qualche matita colorata e tanta fantasia, ma si può andare anche oltre, integrando il coding con l’educazione motoria, quella artistica ecc. Sostanzialmente questo tipo di attività consentono a studenti, e insegnanti, di entrare in contatto con quattro principali aree di lavoro:
- Rappresentare le informazioni
- Funzionamento degli algoritmi
- Costruzione di algoritmi
- Rappresentazione di processi
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Esistono diverse tipologie di esercizi che si possono impostare utilizzando la tecnica del coding unplugged, in questo articolo ci concentriamo però sulla connessione che questo approccio ha con l’arte: parleremo infatti di Pixel Art.
Il pixel è l’unità di base per la rappresentazione di un’immagine digitale, quando si osserva quindi un’immagine sullo schermo del computer, dello smartphone o la televisione si vede in realtà un insieme di pixel che sono talmente piccoli e talmente vicini tra loro da non essere percepibili ad occhio nudo. I pixel diventano percepibili quando, per esempio, facciamo lo zoom su un’immagine ed andiamo oltre il massimo ingrandimento possibile: l’immagine si “sgrana” ed ecco che si vedono i pixel, tanti piccoli quadrati che compongono la nostra immagine.
Immaginiamo quindi di disegnare una griglia, o un reticolo, con linee orizzontali e linee verticali e di colorare solamente alcuni di questi quadrati in posizioni ben precise e prestabilite per dare vita ad una figura: si basa proprio su questo concetto la pixel art. Successivamente si dovrà tradurre l’immagine creata – che potrebbe avere un senso oppure no – in un insieme di istruzioni costruite in modo tale che anche un’altra persona possa replicare lo stesso identico disegno senza averlo mai visto prima.
Questo approccio consente di combinare tra loro tecnologia e arte arrivando a costruire immagini – o disegni – basate sul concetto di pixel e che possono poi essere applicate anche alla robotica programmando il robot perché “dipinga” esattamente la figura da noi desiderata. Ma questa è un’ulteriore evoluzione, soffermiamoci ora sulle attività unplugged.
Anche per la pixel art esistono esercizi a difficoltà crescente che consentono di affrontare concetti sempre nuovi e approcci sempre nuovi. Questa tipologia di esercizi ci consente di mostrare agli studenti come un oggetto può essere rappresentato tramite i pixel.
Il coding unplugged può essere applicato, in realtà, a qualsiasi attività anche alla conosciutissima e utilizzatissima battaglia navale che, sicuramente, è già di per sé un’attività unplugged ma che può facilmente essere “modernizzata” e adattata alle esigenze degli studenti.
Potete trovare al seguente link approfondimenti ed esercizi di partenza per attività di pixel art. Addentrandosi in questo esercizio risulterà abbastanza evidente come i punti di connessione con i processi informatici siano molteplici.