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Il dibattito in classe

Prima di scoprire cosa sia il “debate” è utile provare a comprendere quando nasce e come prende vita questo che, nel corso del tempo, è diventato poi una vera e propria metodologia per l’apprendimento. Dobbiamo risalire ad Aristotele per trovare le prime tracce del dibattito utilizzato come stimolo motivazione, sociale e cognitivo. Siamo nel 335/334 a.C. ed Aristotele descrive le caratteristiche che il dibattito deve avere per distinguersi da quelli politici, per facilitare l’apprendimento, infatti, il dibattito deve avere utilità di porre la persona in grado di disputare intorno all’argomento di discussione; saldare rapporti sociali stimolando le conversazioni. Le riunioni di Aristotele si basavano su una serie di domande e risposte tra due oppositori e molto probabilmente applicavano metodi cari al filosofo stesso quali i sillogismi.

Come il dibattito stimola le capacità intellettive degli alunni

Il dibattito è un efficace metodo didattico in grado di stimolare la capacità di espressione e si favorire l’apprendimento in modo autentico – gli studenti sono i primi responsabili dei concetti e delle argomentazioni da loro costruiti – e inquadrato – gli studenti apprendono in modo attivo all’interno di uno specifico contesto. Utilizzando il dibattito argomentativo in classe si possono andare a stimolare le “life skill” individuate dall’organizzazione mondiale della sanità come di importanza vitale per il corretto sviluppo psicofisico degli studenti, in particolare:

  • ricercare ed analizzare informazioni
  • il pensiero critico
  • argomentare in modo corretto il proprio punto di vista
  • comunicare oralmente in modo appropriato
  • ascoltare in modo attivo
  • prendere appunti e organizzarli
  • prendere decisioni

Come strutturare un debate in classe

Per organizzare un dibattito tra alunni a scopo educativo i passi da compiere sono davvero pochi e semplici, prima di tutto va individuato un tema e, quindi, le regole. Si possono creare sfide di dibattito improvvisato in modo tale da utilizzare il dibattito come metodologia per l’insegnamento e per sviluppare il pensiero critico.

Il tema scelto deve dare la possibilità agli studenti di poter dibattere su due posizioni contrapposte con pari importanza e opportunità di argomentazione; deve avere regole precise e ben definite sin dall’inizio che evidenzino gli stessi diritti nel sostenere posizioni diverse. La strategia che sicuramente garantisce i migliori effetti è quella di scegliere una controversia che sia duratura nel tempo, cioè un tema che contrapponga due posizioni che difficilmente possono essere conciliate. Un altro aspetto essenziale è che il tema sappia coinvolgere e provocare gli studenti, colpirli nel vivo stimolando una reazione tangibile. Maggiore sarà il loro interesse, infatti, maggiore l’impegno sarà che metteranno nel sostenere le proprie argomentazioni. Può essere molto utile coinvolgere gli studenti stessi nella scelta delle argomentazioni, magari attraverso un brainstorming; già questa prima fase può essere, in realtà, fonte di discussione e confronto. Solitamente si dividono i temi di dibattito in tre categorie:

  • Fatti: il tema del dibattimento è se un’affermazione è vera oppure no
  • Valori: si discute sul valore di un comportamento
  • Piani d’azione: si discute sul fatto che una decisione possa essere valida

Il secondo passo è quello di stabilire le regole del dibattito argomentativo in classe, in gergo si chiamano protocolli, che hanno al loro interno obiettivi diversi a seconda dello scopo che si vuole raggiungere:

  • Numero di studenti e studentesse coinvolti
  • Numero delle squadre a confronto
  • Il tempo di preparazione
  • Il tempo concesso ad ogni intervento
  • Le fasi del dibattito

Sarà compito dell’insegnante stabilire queste regole oppure, è sempre una valida alternativa, lasciare che siano gli studenti a decidere – addirittura si possono mescolare le due modalità.

Quali tematiche si prestano ad un dibattito

Il dibattito argomentativo in classe ha l’enorme vantaggio di coinvolgere immediatamente e ampiamente gli studenti indipendentemente dall’argomento posto al centro del dibattito. Questo è un approccio, ed un metodo, che fa sì che il dibattito diventi uno stimolo motivazionale, sociale e cognitivo importante, soprattutto se utilizzato alle scuole secondarie di primo e secondo grado. Trovate una tematica che sia adatta e che consenta di sfruttare il dibattito come confronto-scontro a scopo di apprendimento, o lasciate che siano i ragazzi a sceglierla scrutando il mondo attorno a loro.

Sono possibili tematiche di discussione:

  • Le forme di energia rinnovabile dovrebbero essere sovvenzionate dal governo?
  • I test sugli animali dovrebbero essere vietati?
  • La democrazia è la migliore forma di governo?
  • La pena di morte dovrebbe essere abolita?
  • Le celebrità dovrebbero essere dei modelli positivi?
  • Devono essere richieste le uniformi scolastiche?
  • A tutti gli studenti dovrebbe essere richiesto di svolgere il servizio alla comunità?
  • Tutti gli studenti dovrebbero essere tenuti a cooperare?
  • La teoria della creazione dovrebbe essere insegnata nelle scuole?

Conclusione

Come ogni “nuovo” metodo o approccio anche quello del debate comporta rischi e enormi possibilità di innovazione nella scuola, diventa anche in questo caso essenziale il ruolo svolto dall’insegnante come coordinatore e supervisore. Ciò che è innegabile è che attraverso il dibattito i ragazzi possono imparare ad esprimere correttamente le proprie idee, i pensieri e punti di vista imparando, al contempo, ad ascoltare ciò che gli altri hanno da dire accettandone – in certi casi – un punto di vista diverso dal proprio.