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La sicurezza dei minori online

Oggi tutto è controllato e gestito da un’applicazione dagli elettrodomestici in casa al conteggio dei passi che facciamo durante la giornata. Questo vasto accesso ad applicazioni e contenuti web, oltre ad agevolare le attività quotidiane, aumenta notevolmente il rischio – per i minori e non solo – di incappare in situazioni poco adatte a loro ed anche potenzialmente pericolose. Esistono però strumenti e accorgimenti che possono essere utili nel limitare questi rischi ed alcune tecniche che possono essere utilizzate da famiglie e insegnanti per prevenire i pericoli.

Educazione

Il primo, e forse più importante, modo per contrastare fenomeni di bullismo e proteggere i minori online è educarli. Da questa necessità nasce il termine “Educazione Digitale” che ha come scopo principale quello di fornire ai ragazzi gli strumenti necessari per “auto-proteggersi” online, sia da un punto di vista dei pericoli corsi sia nel riconoscere notizie false e poco attendibili.

Potremmo estendere il tema dell’educazione anche a insegnanti e genitori in quanto, spesso, devono prendere confidenza sia con gli strumenti utilizzati dai ragazzi sia con gli strumenti che potrebbero proteggerli.

Applicazioni più diffuse

Tra le applicazioni più diffuse tra i ragazzi – ma probabilmente non solo – c’è WhatsApp grazie alla quale comunicano, messaggiano, si scambiano foto, audio, video. Per potersi registrare ed utilizzare il sistema di messaggistica occorre avere almeno 16 anni, anche se poi nella realtà dei fatti molti ragazzini già a 10 anni hanno uno smartphone con installato WhatsApp funzionante. Negli ultimi anni, poi, ha preso particolarmente piede Telegram, una piattaforma che può essere particolarmente utile per reperire e scambiare informazioni senza dover necessariamente fornire il proprio numero di telefono. Cosa fondamentale, però, da parte dei genitori è il verificare che contenuti transitano sui dispositivi dei ragazzi grazie a queste piattaforme.

Un grande problema lo rappresenta il trattamento dei dati personali e la privacy, sui social negli ultimi anni è stato fatto un grande passo avanti. Molto spesso, tuttavia, gli account social vengono creati con la collaborazione dei genitori è, infatti, necessario che l’utente abbiamo compiuto 14 anni. A questo punto la domanda che ci si dovrebbe porre è: “è corretto agire in questo modo?” il rischio nel mantenere questo approccio è che ai ragazzi passi il messaggio che: mentire sull’età è lecito e quindi trasgredire a quella che, di fatto, è una legge in vigore. Il secondo problema, in questo ambito, è il fatto di creare un account che sia pubblico e quindi visibile da chiunque visualizzi il profilo, anziché privato imponendo in questo modo un “filtro” su chi può vedere i contenuti postati.

L’utilizzo della tecnologia da parte dei bambini

Come quasi ogni cosa, anche la permanenza online o, più in generale, l’utilizzo della tecnologia comporta delle problematiche se si raggiungono tempi troppo prolungati.

Gli esperti raccomandano poche semplici regole che sarebbe bene rispettare per la salute dei bambini:

È sempre bene avere chiari i limiti di tempo durante i quali il bambino dovrebbe avere accesso agli strumenti tecnologici, l’obiettivo dovrebbe essere quello di evitare di far diventare tablet, TV, smart TV o smartphone le nuove babysitter del 21° secolo.

Qualche semplice regola

  • Imporre regole per controllare e limitare: è bene che i bambini comprendano che abusare della tecnologia non è salutare e che si può accedere solamente a determinati contenuti. Questo ha il vantaggio di aiutare i bambini e i ragazzi a sviluppare autocontrollo e senso critico verso i contenuti che li “investono”
  • Evitare che siano diffuse foto sul web: ciò riguarda soprattutto i social dove le foto possono essere un facile bersaglio, soprattutto se non protette da filtri che ne limitino accesso e condivisione
  • Installare software di parental control oppure di gestione dei dispositivi (MDM): sono software che consentono di controllare e gestire i dispositivi mobili così da limitare l’accesso al web ed alle applicazioni
  • Usare insieme giochi e applicazioni: questo processo consente ai bambini di comprendere il funzionamento delle applicazioni e dei giochi ed ai genitori individuare i potenziali pericoli nascosti; una valida alternativa potrebbe essere quella di lasciarli giocare in luoghi facilmente controllabili senza che si sentano, in effetti, controllati
  • Parlare insieme dei rischi connessi all’utilizzo del web: serve ai genitori per captare in tempo eventuali potenziali pericoli e, allo stesso tempo, ai bambini per riuscire a comprendere quando una situazione sta diventando pericolosa per loro

Questi sono solamente alcuni delle azioni che si possono avviare in un articolo abbiamo parlato delle regole del buon cittadino digitale.

Opportunità e rischi

Come ogni ambito anche il mondo di Internet racchiude in sé sia opportunità che rischi. Spesso i rischi nascono dal fatto che i ragazzi, come ogni ragazzi o adolescente che si rispetti, non ascoltano di buon grado le ramanzine e le raccomandazioni fatte dai genitori quanto piuttosto gli esempi che vedono in rete. Se i genitori fanno determinate raccomandazioni ai figli ma poi, nella pratica, fanno l’esatto opposto difficilmente i ragazzi seguiranno ciò che è stato detto loro. Un suggerimento, forse banale, che si può dare è quello di non usare costantemente lo smartphone mentre si è con i propri figli, ma solamente se necessario.

Da un punto di vista scolastico, inteso come istituzione in sé, quello che molto probabilmente manca è la formazione verso il corpo docente, sin dalla scuola dell’infanzia, sulle tematiche che riguardano l’alfabetizzazione e la cultura digitale. Anche di questo abbiamo parlato in un articolo intitolato “La digitalizzazione della scuola” sempre più richiesta alle scuole, è diventato anche un obiettivo della società per i prossimi anni.

I genitori, dal canto loro, prendono scarsamente in considerazione l’importanza di conoscere il mondo digitale pensando che, siccome i ragazzi si muovono meglio di loro tra internet e applicazioni conoscano anche adeguatamente questo ambiente. Purtroppo, saper utilizzare una app o navigare con disinvoltura in rete non significa affatto conoscere questo mondo ed essere alfabetizzati. È sempre bene tenersi informati su quello che i ragazzi fanno in rete, chi seguono come influencer o youtuber in modo da essere pienamente consapevoli.

Conclusioni

Una buona educazione digitale parte sicuramente dall’educazione, in prima persona, di insegnanti e genitori e quindi, a cascata, introducendo queste tematiche anche a livello scolastico sin dalla scuola dell’infanzia. Educare è il punto di partenza, il primo fondamentale passo, verso una generazione Z consapevole e responsabile.