Per definizione la digitalizzazione è il processo di conversione che sta coinvolgendo la società a livello mondiale fin dagli anni ’30. Questo processo riguarda l’adozione di tecnologie per la digitalizzazione delle lezioni sempre più all’avanguardia, anche in ambito educativo con lo scopo di formare gli studenti affinché abbiano abilità in grado di rispondere alle richieste del mondo del lavoro.
A livello di ambienti digitali per la didattica si è arrivati a definire la scuola come 4.0 che vede come protagonisti, oltre ovviamente gli studenti, la tecnologia e l’innovazione.
In questa prospettiva il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) si è mosso per prevedere investimenti ministeriali per la digitalizzazione della scuola. Proprio in tal senso ci sono stati due piani nazionali di formazione PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale) e un importante investimento a livello europeo. Questo piano d’azione è il più importante degli ultimi anni a livello italiano per quantità di finanziamenti e complessità d’attuazione.
Perché è importante che anche la scuola diventi digitale?
Il motivo principale è per evitare che la scuola italiana resti indietro rispetto alla società digitale di oggi e, quindi, portarla allo stesso livello di digitalizzazione dei paesi esteri.
Per poter realizzare al meglio questo processo non è solamente necessario che gli studenti abbiano a disposizione strumenti digitali per l’apprendimento avanzati ma che siano anche guidati e accompagnati. Da questo ne consegue che parte degli investimenti deve essere rivolta alla formazione dei docenti e personale scolastico. Ciò consente agli insegnanti di poter utilizzare al meglio le nuove tecnologie in classe, così da aiutare gli studenti nel loro percorso di apprendimento, ma soprattutto fare in modo che gli insegnanti si sentano a proprio agio nell’impiego della tecnologia.
Il processo di digitalizzazione, in realtà, non coinvolge per forza complessi strumenti tecnologici è già iniziata con l’adozione del registro elettronico e la possibilità di studiare alcune materie, e consultare contenuti, online.
Quali stimoli offrono i nuovi strumenti digitali agli studenti?
Oggi è più che mai evidente che quasi tutti i lavori implicano utilizzo del computer ed avere una buona padronanza nell’utilizzo degli strumenti digitali e sistemi informatici. In questa prospettiva e considerando i bambini come delle spugne, la digitalizzazione della scuola è molto probabilmente un vantaggio che consentirà loro di prendere confidenza con questi strumenti sin dalla tenera età.
Dal punto di vista della scuola sarà quindi bene predisporre gli ambienti per l’utilizzo di questi strumenti attivando una connessione internet – più veloce è meglio è – e poi prevedere il rinnovo e l’aggiornamento delle strutture esistenti. Come in ogni nuovo metodo ci sono opinioni contrastanti, c’è chi sostiene che una didattica digitale non sia esattamente il metodo più adatto per un apprendimento corretto. Altri, a ragione, si mostrano scettici e preoccupati in merito al trattamento dei dati di soggetti minori, alla privacy e a fenomeni di cyberbullismo – ormai, purtroppo, sempre più diffusi. Per questo la scuola, e in particolar modo i docenti, hanno una grossa responsabilità nel controllo e nel corretto utilizzo delle tecnologie da parte degli studenti.
Eppure, la digitalizzazione, rappresenta una grande opportunità per la scuola del futuro così come è importante saper dare il giusto peso alla tecnologia creando, all’interno delle scuole, il giusto mix tra tradizione e innovazione. Il mondo si evolve di continuo e spesso essere critici nei confronti del nuovo non è un vantaggio.
In un momento storico in cui i ragazzi sono sempre più “catturati” da Internet e dalle nuove tecnologie, la digitalizzazione della scuola può essere un vantaggio nella loro formazione e educazione. Utilizzando la tecnologia a scuola si possono guidare gli studenti nel loro percorso crescita, insegnando loro a distinguere le notizie vere da quelle false.
La didattica digitale è un ottimo salvagente per sopravvivere al mare delle fake news.