È la metà di marzo e l’Italia è nel pieno dell’emergenza Covid, gli ospedali della Lombardia – e più in generale del nord Italia – sono vicini al collasso, mancano posti letto nei reparti di terapia intensiva e i respiratori non bastano per assistere la ventilazione dei pazienti. In questo contesto di emergenza si manifesta quello che spesso contraddistingue gli italiani: l’ingegnosità e la voglia di farcela a dispetto di tutto.
È così che Cristian Fracassi, collaborando con l’ex Primario dell’Ospedale di Gardone Valtrompia Renato Favero, dà vita a Charlotte: la maschera Decathlon modificata con una valvola Venturi stampata in 3D per diventare una maschera respiratoria di emergenza per terapia sub-intensiva.
La speranza è sempre quella di non doversi mai più trovare in situazioni del genere ma sapere che, in caso di estrema difficoltà, esiste una tecnologia che può supportare anche gli aspetti più delicati è per certi versi confortante e per altri fa sorgere la consapevolezza che questo tipo di approccio e tecnologia può trovare applicazione in modo costante in molti campi.
Una mascherina su misura
Nel corso dell’emergenza sono state realizzate molte altre strumentazioni utili a contenere la diffusione del virus in molte parti del mondo, dall’America ad Hong Kong. E’, tuttavia, italiano un altro importante progetto che ha consentito la realizzazione di una mascherina su misura dotata di filtro sostituibile. L’idea di WASP (al link potete trovare la pagina dedicata) è stata quella di realizzare una scansione 3D del volto del soggetto per il quale si vuole realizzare la mascherina garantendo, in questo modo, una più precisa adesione della mascherina al volto e quindi alzando l’indice di protezione della stessa. Il materiale che è stato utilizzato viene definito biomateriale in grado di garantire la compatibilità a contatto con la pelle ma, soprattutto, è un materiale disinfettabile. In questo caso, WASP, ha lasciato il progetto in open source.
Se si analizza quello che è lo stato attuale dell’industria, della medicina e di molti altri ambiti si scopre, in realtà, che la stampa 3D è diffusa in modo quasi capillare. Considerando, per esempio, l’industria dentale le protesi stampate in 3D non sono più una novità così come non lo sono gli impianti dentali eseguiti a seguito di una scansione 3D del cavo orale. In questo ambito ha avuto notevole successo principalmente per l’alto grado di personalizzazione che portano ad elevati indici di prestazione nel tempo della protesi stessa.
Innovazione tutta italiana
Restando in ambito medico si ha un altro importante esempio italiano: l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna da decenni ormai istituto di punta nel campo delle protesi ortopediche e protesi sostitutive di arti. Proprio a Bologna il 9 Ottobre 2019 per la prima volta al mondo viene eseguito l’impianto di una protesi totale di caviglia completamente realizzata in stampa 3D. Il paziente, fino a quel momento, era stato considerato inoperabile a causa dell’alterazione anatomica della caviglia a seguito di un incidente che gli aveva precluso la possibilità di camminare; presso l’Istituto Rizzoli hanno, però, potuto realizzare una scansione 3D della caviglia e stampare poi l’impianto protesico perfettamente compatibile con la caviglia naturale.
In campo medico le problematiche che possono insorgere nelle varie fasi sono innumerevoli: problematiche anatomiche, problematiche relative alla compatibilità dei materiali utilizzati con i tessuti organici ma anche problematiche strutturali legate ad una scarsa resistenza dei materiali o, al contrario, un’eccessiva rigidità degli stessi. La ricerca in questo campo sta proseguendo e facendo passi da gigante permettendo, in questo modo, il progresso in ambito medico e garantendo al contempo una maggiore aspettativa nei pazienti.
La stampa 3D che fa volare più leggeri
La stampa 3D trova poi applicazione in molti altri campi come, per esempio, quello aeronautico all’interno del quale, nel 2015, furono stampati i primi componenti per motori di aerei. Nel 2018 vengono stampati, invece, le prime parti assemblate poi all’interno dei motori dei Boeing 747 e 748.
La stampa 3D in questo ambito di applicazione ha il compito di ridurre i costi di realizzazione ma anche quello di ridurre il peso degli aeromobili arrivando quindi a minori emissioni di CO2 nell’aria durante il volo. In questo caso la realizzazione di parti con stampanti 3D ha uno scopo green e completamente in linea con quelle che sono le richieste in campo industriale, e non solo, in vista degli obiettivi ecologici per il 2030.
Ecco, quindi, che è fondamentale avvicinare i ragazzi, sin dalle primarie, alla modellazione 3D ed alla stampa 3D poiché ciò che prima imparano meglio sapranno applicare una volta diventati adulti e di certo nel mondo che verrà le applicazioni della stampa 3D saranno innumerevoli!